L’influenza dello street style nella moda dagli anni ’70 ad oggi
L’unicità dello streetwear
L’approccio “street” allo stile e alla moda è spesso basato sull’individualismo, piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sulle attuali tendenze della moda. Utilizzando i metodi dello street style, gli individui dimostrano le loro identità multiple e negoziate, oltre a utilizzare stili o tendenze sottoculturali e intersecanti. Questo, di per sé, è una performance, poiché crea uno spazio in cui le identità possono essere esplorate attraverso l’atto (ione) del vestito.
Bill Cunningham (fotografo americano) per il New York Times, ha indicato lo street style come un catalogo appassionato di abbigliamento per gente comune. Inoltre, ha detto che le strade raccontano molto della moda e delle persone se ascoltate. Secondo lui, la migliore sfilata di moda viene alla luce ogni giorno per le strade.
Lo street style è un aspetto della moda incredibilmente virale, istantaneo e avvincente che ha cambiato molti dei modi in cui la moda viene realizzata e consumata. La sua caratteristica veloce lo collega anche al termine consumismo. Come cambiano gli stili nel tempo, si contrappone anche l’uso della “fast fashion” in relazione all’acquisto e al vestiario, poiché ciò nasconde le complessità della pratica.
La nascita delle sneakers
Lo street style è sempre esistito ma è diventato un fenomeno del XX secolo. L’aumento della standardizzazione della vita dopo la seconda guerra mondiale (Suburbanizzazione, marketing di massa, diffusione della televisione) può essere collegato all’appello di stili di vita “alternativi” per gli individui in cerca di “identità”. La produzione industriale, in particolare nell’ambito della moda, non era solo la divulgazione dei gusti degli stilisti che passavano dall’alta moda, attraverso il pre-a-porter, alle periferie del sistema. Questi erano anche gusti che provenivano da gruppi marginali economicamente sfavoriti, l’intera gamma di tribù metropolitane, che sono in grado di innescare nuovi processi di produzione e diffusione della moda.
In questo background trovano terreno fertile e fanno la loro comparsa un modello di scarpe intorno al quale nascerà e si affermerà lo stile urban. È tempo di sneakers.
Le classiche scarpe di tela da ginnastica che hanno influenzato anche l’alta moda, meglio conosciute come sneakers, sono ormai un icona indiscussa dell’abbigliamento streetwear e degli anni ’70 fino ad oggi.
Chi non conosce le famigerate Nike Air Jordan o le Vans Authentic, o ancora le All Stars della Converse?
Personalemnte, le ricordo da che ho memoria; è come se queste scarpe siano sempre esistite
In questo contesto si sono fatti strada i più famosi e affermati marchi della street art come Nike, Vans, Converse, Adidas e altri ancora.
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Streetwear e Teenagers
Fenomeni di questo tipo sono stati studiati per lungo tempo in Inghilterra e hanno rivelato l’importanza dello stile di strada dei giovani durante il dopoguerra, che potrebbe essere legato alla generazione di baby boomer, che è venuto a rappresentare una nuova categoria socioculturale- il “teenager” che ha soldi da spendere ed essere una motivazione importante per il mondo economico e culturale.
La storia dell’identità e la storia dell’abbigliamento corrono su due binari paralleli. In questo contesto, lo street style funziona come facilitatore dell’identità di gruppo e della coesione sottoculturale. Dalla fine della seconda guerra mondiale, la cultura occidentale ha visto un drammatico declino nel significato delle tradizionali divisioni socioculturali come la razza, la religione, l’etnia, il regionalismo, il nazionalismo, nel definire e limitare l’identità personale.
I gruppi della tribù, come i motociclisti, i beat e gli orsacchiotti negli anni ’50; mod, hippie e skinhead negli anni ’60; headbangers, punk e b-boys negli anni ’70; e goth, new age travellers e ravers negli anni ’80 si vestivano e la decorazione del corpo inusuale come espressione per creare un senso di identità.
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