L’esperienza e la volontà di innovare portano Saipem ad investire sul fotovoltaico flottante
Moduli fotovoltaici marini da combinare con turbine eoliche galleggianti, elettrolizzatori
offshore e sistemi di acquacoltura, per dare un nuovo volto alla cosiddetta Blue Economy.
Questo il futuro che Saipem immagina per la transizione energetica mondiale. La
multinazionale italiana sta ridisegnando il suo ruolo nel comparto energetico ampliando il
portafoglio tecnologico green con soluzioni di ultima generazione. E lo fa, ovviamente,
partendo dalla sua decennale esperienza nel settore offshore.
Tra le prime tecnologie verdi a prendere il largo c’è il nuovo modello di fotovoltaico
flottante, messo a punto in collaborazione con la norvegese Equinor. A marzo 2020 le due
società hanno firmato un accordo di cooperazione con l’obiettivo di realizzare soluzioni ad
hoc per l’installazione di pannelli solari galleggianti vicini alla costa. Al centro dell’intesa c’è il
concept sviluppato in-house da un’altra realtà norvegese: la Moss Maritime, uno dei fiori
all’occhiello della nuova divisione XSIGHT di Saipem.
La società ha creato un design che facilita costruzione e installazione di impianti fotovoltaici
in acqua. Si tratta una piattaforma galleggiante, modulare e flessibile, che può essere
personalizzata in base al luogo d’installazione e alla potenza cercata. Al contrario dei sistemi
su cui poggia l’attuale tecnologia del solare galleggiante – destinato per lo più a laghi artificiali,
cave sommerse o bacini idroelettrici – il concept di Moss Maritime non teme un ambiente più
ostico ma dalle potenzialità illimitate: il mare.
A spiegarne l’innovazione è l’Ing. Mauro Piasere, Chief Operating Officer della Divisione
XSIGHT e Direttore Innovazione Digitale. “Fino ad ora il fotovoltaico flottante è stato installato
nei bacini e nelle aree marittime interne”, ha sottolineato Piasere. “Il progetto Moss prevede,
invece, la possibilità di utilizzare questa tecnologia anche in mare aperto grazie ad un sistema
capace di resistere ad onde significative alte fino a 4 metri”.
La forza del sistema sta in un’innata resilienza alla corrosione dell’acqua marina e alle
condizioni meteorologiche più severe, assicurando l’integrità dei moduli e consentendo
l’installazione anche in zone esposte a venti e onde. Il merito va anche alla sua estrema
flessibilità: la struttura grazie alle speciali giunture tra le unità, segue docilmente il
movimento ondoso.
“Altro aspetto particolarmente innovativo della tecnologia Moss è la sua modularità ed
economicità”, spiega il CCO di XSIGHT. La piattaforma si compone di moduli
standardizzati da collegare fra loro fino a realizzare impianti di centinaia di MW. Questo
approccio rende più efficiente la fabbricazione, il trasporto e l’installazione dei
componenti, riducendo al contempo le esigenze di manutenzione. Come parte dell’accordo di
cooperazione, Equinor e Moss Maritime hanno unito le loro esperienze e il loro know-how per
sviluppare ulteriormente il concept. L’idea è di mettere a punto una tecnologia “flat pack”,
che sia abbastanza facile da configurare anche da remoto.
“Abbiamo immaginato una sorta di ‘modello IKEA’ per fotovoltaico flottante, un sistema
completamente smontabile e riposizionabile in tempi brevi”, aggiunge Piasere. Il sistema
consiste di diversi galleggianti, un sistema di ormeggio convenzionale e pannelli fotovoltaici
protetti in un telaio da vibrazioni e flessioni. Gli inverter si troverebbero su sottostazioni o
all’interno di moduli disposti sul fondale, in maniera da trasferire sulla terra ferma
direttamente corrente alternata da immettere in rete.
Oggi la società sta guardando ai mercati nel Mar Mediterraneo e del sud-est asiatico con
l’obiettivo di fornire vere e proprie isole energetiche galleggianti in grado di sviluppare
centinaia di MW di potenza verde.. La soluzione potrebbe far parte far parte di progetti
ibridi, in cui i moduli solari marini convivono con turbine eoliche galleggianti, impianti per la
generazione di energia da onde o correnti e persino elettrolizzatori per la produzione di
idrogeno verde in mare. Allo stesso tempo è possibile immaginare una commistione tra questi
innovativi distretti energetici e futuri impianti di acquacoltura dedicati all’allevamento
ittico e di alghe.
In Italia il primo progetto di questo genere potrebbe sorgere a largo della Costa di Ravenna.
Saipem ha firmato a un Memorandum of Understanding con le italiane Agnes e QINT’X per
portare sull’acqua un’ambiziosa iniziativa: creare un distretto marino integrato nell’ambito
delle rinnovabili che riconverta il settore dell’Oil & Gas creando vantaggiose sinergie tra
fotovoltaico, eolico e idrogeno.