La gonartrosi, o più semplicemente artrosi del ginocchio, è una delle patologie ortopediche più frequenti nei pazienti over 60, ma l’età media di insorgenza si sta abbassando, così come stanno aumentando gli interventi di sostituzione protesica, anche in relazione all’aumento delle esigenze e richieste funzionali dei pazienti. Molti di essi chiedono spesso di poter rinviare un intervento di sostituzione protesica e “richiedono” trattamenti conservativi.
In realtà il trapianto di cellule staminali nasce per trattare le fasi inziali-moderate dell’artrosi, non le fasi avanzate che richiedono già un intervento chirurgico, anche se può comunque essere presa in considerazione come terapia alternativa in tutti quei pazienti che per diverse ragioni (personali o mediche) non possono o non vogliono sottoporsi ad un intervento di protesi del ginocchio.
La tecnica nasce alla fine degli anni Novanta ma è solo recentemente che si sta diffondendo in Italia. Esistono diversi tipi di cellule staminali (dal cordone ombelicale, dal tessuto osseo e dal tessuto adiposo) ma le più semplici da prelevare sono sicuramente quelle del grasso addominale.
La tecnica consiste in una vera e propria liposuzione addominale: il tessuto adiposo viene centrifugato in una apposita centrifuga e vengono così prelevate e cellule staminali mentre il tessuto di scarto viene eliminato. Le stesse vengono infiltrate nell’articolazione interessata nello stesso intervento chirurgico, eliminando così la necessità di sottoporsi a due interventi, come previsto per altre tecniche.
Il beneficio di tale trattamento è sia meccanico che chimico: il primo effetto è dovuto all’effetto lubrificante delle cellule staminali (un po’ come l’acido jaluronico), il secondo invece, più duraturo, è dovuto all’azione delle cellule staminali, che attivano una cascata enzimatica che porta un effetto antinfiammatorio ed antiapoptotico, favorendo la differenziazione delle staminali in tessuto cartilagineo (anche se questo è stato dimostrato solo in vitro e non in vivo).
Gli studi dimostrano un importante effetto antalgico e rigenerativo nei pazienti trattati.
La dimissione è prevista per il giorno successivo al prelievo ed il paziente dovrà semplicemente portare una panciera elastica per 15 giorni. La terapia può anche essere abbinata ad un trattamento artroscopico nel caso ci sia la necessità di eseguire trattamenti meniscali o microperforazioni.
A cura del Dr. Biazzo Alessio, ortopedico specialista in chirurgia protesica mini-invasiva del ginocchio e dell’anca