Ciao Rosaspina, come ti descriveresti interiormente come persona ed in quanto Artista? “Io sono tutto ed il suo opposto”.
A soli sei anni hai mosso i tuoi primi passi verso la musica, iniziando a scrivere alcuni testi. Com’è nata questa tua passione e, inoltre, da piccolo e dopo anche crescendo hai sempre e soltanto sognato di dedicarti all’arte “da grande”? “Sì, vi ho sempre puntato. Ho cominciato a scrivere per riempire i silenzi che c’erano intorno a me e a casa, e poi ho sempre associato i suoni delle parole al sapore del cibo e viceversa quindi mangiavo e mi venivano in mente proprio delle parole”.
Oggi, venerdì 19 novembre, l’uscita del tuo nuovo singolo dal titolo “Re di picche”: con quale aspettativa e proposito è venuta alla luce questa canzone? “L’aspettativa era ed è quella di alzare costantemente il livello, perché ogni volta la nuova canzone è sempre la migliore”.
Vi è un preciso messaggio che, tramite il brano “Re di picche”, vorresti trasmettere? “Il messaggio che vorrei trasmettere è <<Non riempite i vostri vuoti attaccandovi alle persone, colmateli con voi stessi>>”.
So che il “Re di picche” del quale canti nel tuo singolo è quella persona che soffre e vive la propria delusione amorosa in seguito ad una rottura ed è chi, solitamente, viene lasciato. Le delusioni tuttavia, ad esempio, possono arrivare pure da parte di chi si credeva amico/a e nel campo del lavoro pertanto ti chiedo quale pensi possa essere uno dei motivi per cui talvolta si rimane invischiati in ricordi tossici pur, razionalmente, avendo la dimostrazione che sono tali. “Probabilmente perché il tossico è sempre attratto da un altro individuo simile”.
Il bene che si prova per qualcuno da cosa propendi a credere che venga suscitato, almeno nel tuo caso? E come riuscire, se è davvero possibile, ad andare avanti senza quella persona che rimarrà comunque sempre la nostra “debolezza” perché ciò che ci legava a lei è un qualcosa di incondizionato? “Io penso che i ricordi vivano sempre in noi stessi e questo – come tutto – ha i suoi pro e suoi contro, ciò che cambia è la visione che si ha di questi nel corso del tempo”.
Come mai, secondo te, si viene talvolta sconvolti da quella che comunemente viene chiamata bellezza – ma è sovente fascino fatale! – di chi però ci fa soffrire? Pensi che ciò potrebbe avere a che fare con il bisogno di riconoscimento, per cui lo si ricerca principalmente da “soggetti alfa” in quanto fonte di orgoglio? “Solitamente io vengo colpito dal carisma…”.
Non hai mai fatto mistero del fatto che, per te, la bellezza non è fondamentale infatti hai frequentato persone bellissime ma che non ti hanno trasmesso nulla mentre persone meno “appariscenti” ti hanno, invece, intrigato molto mentalmente. Quanto è importante dunque, per ciò che ti concerne, la chimica in una relazione e perché? E soprattutto cosa intendi tu per “chimica”? “La chimica non si può spiegare, c’è e basta. È quella cosa che quando ti chiedono <<Perché ti piace X?>>, tu rispondi <<Non lo so>>”.
Che rapporto avevi in passato e hai adesso con il tuo corpo e col sesso, oltre che con l’altro sesso, cioè sei dell’idea che sia possibile l’amicizia tra maschio e femmina/ femmina e femmina / maschio e maschio oppure ciò che li porta ad avvicinarsi è spesso un interesse che tende a sfociare o a voler sfociare in altro? “In alcuni casi è possibile… sicuramente se da nessuna delle due parti c’è qualcosa di più [del piacere di essere amico/a] il rapporto è destinato a durare, in caso contrario la vedo dura”.
Hai spiegato in diverse occasioni che la monotonia ti “spegne” …Ti chiedo pertanto se questo non ti porta, dopo un po’ di tempo, a stufarti di coloro che ti stanno vicino in quanto, volenti o nolenti, tutti hanno un “nucleo caldo” che va a costituire le fondamenta della personalità/l’atteggiamento benché i comportamento/le azioni sovente dipendano dal contesto, dal periodo e da chi si ha di fronte. “La monotonia – a mio avviso – la fa la situazione, non le persone”.
In alcune chiacchierate hai affermato altresì che il non sapere ancora chi è quella persona, nel mondo, che disperatamente ti sta cercando ti stimola come difficilmente lo fa altro. Sei tuttavia certo di non averla già incontrata, ma di non essertene reso conto? E da cosa supponi che la riconoscerai? “Mai dire mai nella vita, ma è proprio questo che la rende stimolante”.
Tu credi nell’esistenza delle “anime gemelle” e come le definiresti? “Sono sempre più sicuro che la mia anima gemella sia l’arte, e il caos”.
Ritieni che volere sia sempre ed in ogni caso potere e che, di conseguenza, “homo faber fortunae suae” in amore come in ogni altro aspetto del quotidiano ovvero che l’essere umano sia il solo artefice della propria sorte, o hai fede nel destino o in qualcuno di invisibile ed eventualmente secondo quali termini? “Io penso che noi siamo il risultato delle nostre scelte e che ogni decisione porta ad una destinazione o ad un “dunque” quale conclusione o comunque ad punto fondamentale, ad momento decisivo”.
Non è un segreto nemmeno il fatto che “ti scioglie” l’intraprendenza e l’essere spigliati. Questo perché tu hai difficoltà a fare il cosiddetto “primo passo” oppure per quale altro motivo? Inoltre, secondo te, la sfrontatezza e la sfacciataggine sul piano pratico è riscontabile in chi è dolce? “Ho sempre fatto io il primo passo, però non so stare con chi non ha carattere o è troppo timido – ma anche questo fa parte dell’alchimia e della chimica. Se c’è intesa ci si sblocca persino in caso di timidezza”.
E siamo giunti a quello che a scuola veniva chiamato “argomento a scelta” per cui dicci ora tu qualcosa che ti preme condividere con i lettori, no limits soprattutto a fine intervista… “Non sono mai stato così tanto focalizzato sulla mia arte come adesso, mi sto dando parecchio da fare. Sono felicissimo dei progressi di questo mio percorso e mi rende molto soddisfatto il fatto che il mio singolo “Re di picche” venga trasmessa anche a Londra. In questo momento sto già lavorando ad un pezzo nuovo, molto bello …non vedo l’ora di condividerlo con voi”.