Gli ultimi mesi sono stati molto difficili per il minerale di Ferro, estremamente prezioso per l’industria siderurgica globale. Il passaggio del Covid potrebbe drasticamente mutare gli scenari di mercato non solo nel breve periodo, ma per alcuni anni.
Il Covid e l’industria siderurgica
Va premesso che questo minerale è la base per la produzione dell’acciaio. Quasi tutto il minerale di ferro estratto (98%) viene infatti utilizzato a tal fine. E’ quindi la fonte di materia prima indispensabile per l’industria siderurgica mondiale, e di conseguenza per l’economia globale. Tra i circa 50 paesi produttori, sono Australia e Brasile che recitano la parte del leone nelle esportazioni mondiali. Prima del coronavirus, l’aumento dell’offerta da parte di questi due paesi, aveva spinto gli analisti a ritenere che quest’anno i prezzi del minerale di ferro sarebbero crollati di oltre la metà, giungendo a circa $ 70 / tonnellata.
Poi però c’è stato lo scoppio dell’emergenza sanitaria da Covid. Le misure di lockdown per arginare la diffusione dei contagi, hanno impattato duramente sulla produzione di acciaio durante la pandemia. Infatti la domanda dell’industria siderurgica cinese s’è fermata, provocando accumuli di scorte di minerali di ferro nei porti del Paese del Dragone. Soltanto dopo l’allentamento dei blocchi relativi al coronavirus, la produzione di acciaio si è ripresa. La Cina ha prodotto 92,27 milioni di tonnellate di acciaio grezzo a maggio, con un aumento del 4,2% rispetto all’anno precedente. Uno sprint che ha portato il minerale di ferro verso i prezzi di $ 100 / tonnellata (consegnati in Cina) alla fine di maggio. Non succedeva da agosto 2019.
La Cina si rialza, gli altri no
Va però detto che rispetto alle aziende siderurgiche di tutto il mondo, le acciaierie cinesi stanno andando bene perché l’attività a valle si è ampiamente ripresa. In molti altri paesi del mondo sono però ancora presenti dei blocchi. Per questo motivo molti produttori di questi territori stanno cercando soprattutto di stimolare le esportazioni, così da assorbire la loro produzione (cosa che le imprese domestiche non riescono a fare). Ecco allora che la Cina diventa il target delle esportazioni di acciaio dall’India, dalla Corea del Sud, dalla Turchia e dalla Russia. Alcune aziende siderurgiche indiane stanno addirittura esportando fino al 70% della loro produzione.
Anche in Europa e Stati Uniti i livelli di produzione dell’acciaio sono ancora ridotti rispetto al pre-Covid, perché l’industria siderurgica non si è ancora rimessa in moto del tutto. Chi è stato colpito duramente è il settore della produzione di automobili. Inoltre la maggior parte degli analisti non prevede una ripresa robusta fino all’ultimo trimestre di quest’anno. Ciò significa che ci sarà molta pressione sui prezzi nel terzo trimestre.
Brasile a rischio
Il caso più eclatante però è quello del Brasile, che fornisce un prodotto di minerale di ferro di alta qualità contenente bassa allumina. Ma il Paese ha un numero crescente di casi di coronavirus, che tra resistenze e supporti ha fortemente limitato la sua capacità di estrarre e spedire minerale di ferro. Potrebbero essere necessari un paio d’anni alla società, che è il maggiore produttore mondiale, per tornare ai livelli di produzione del 2018. Ma il mercato non può aspettare così a lungo.