La crisi di Governo in Italia ha aggiunto un altro fronte caldo all’estate della Eurozona. Come se non fosse già sufficiente la questione Brexit ad alimentare le incertezze della UE. Ormai si sta viaggiando a vele spiegate verso un divorzio brusco e senza accordo tra Londra e Bruxelles.
Si va verso una Brexit senza accordo
Dopo l’addio di Theresa May, adesso tocca a Boris Johnson confrontarsi con la UE. Ma con uno scopo differente: se la May doveva raggiungere un accordo per un’uscita soft, adesso un accordo è quasi impossibile da trovare e Johnson deve fare in modo che la Hard Brexit abbia i minori contraccolpi possibili. Chi rischia grosso in questo senso è la sterlina. La valuta britannica potrebbe infatti scivolare al livello più basso degli ultimi 34 anni anni, come ha rivelato un recente sondaggio tra gli analisti di Bloomberg.
Non occorre essere degli esperti per dare loro ragione. Basta guardare l’andamento del pound degli ultimi tempi su una qualsiasi piattaforma trading Forex online. Da quando è stato chiaro che il governo di Theresa May avrebbe passato la mano, più o meno verso la metà di maggio, il calo della divisa britannica è stato del 7%. Una enormità, se consideriamo che sui mercati valutari gli scostamenti sono di frazioni di punto. Ancora più eclatante il calo che ha avuto da quando Boris Johnson ha fatto capire che il “no deal” ormai è sempre più concreto: il pound ha perso oltre il 3%.
Il rischio di rivivere un mercoledì nero
Tornando al sondaggio di Bloomberg, la maggioranza degli interpellati prevede che la “no deal Brexit” porterebbe la sterlina sotto i livelli del gennaio 2017, avvicinandosi ai minimi storici dell’inverno 1984-85 sui mercati otc. Erano i tempi successivi al “mercoledì nero” del 1992, quando la sterlina crollò del 27% in poche settimane, a causa degli attacchi della speculazione che aveva capito la debolezza della valuta, e il Regno unito fu costretto a ritirarsi dal meccanismo di cambio europeo. Se consideriamo l’andamento del pound a partire dalla data del referendum su Brexit, finora la moneta di Londra ha perso quasi il 20%.