I Formati di Libro Più Strani che Nessuno Conosce

Libri che si leggono con le mani sporche

C’è chi pensa che un libro sia solo un blocco di pagine rilegato con una copertina. Alcuni oggetti trovati negli archivi delle biblioteche dimostrano il contrario. Nel diciannovesimo secolo esistevano manuali da officina stampati su metallo o plastica dura. Servivano agli operai che lavoravano in condizioni sporche o umide e si potevano lavare con acqua e sapone. Le parole erano incise o impresse su superfici resistenti al grasso e alla polvere.

Un esempio memorabile è una guida per la riparazione dei motori a vapore stampata su lastre di zinco. Poteva essere appesa vicino alle macchine e sfogliata anche con guanti pieni di fuliggine. Questo tipo di formato metteva la funzione al centro dell’oggetto libro. Un’idea pratica e allo stesso tempo quasi poetica nella sua concretezza.

Libri che non si sfogliano

Esistono libri senza pagine. Alcuni sono fatti come rotoli da srotolare a mano. Altri assomigliano a fisarmoniche di carta piegate. Un esempio curioso è “The American Code of Signals” del 1864. Era composto da una lunga striscia di carta continua da tirare fuori da una scatola di legno. Non aveva una copertina nel senso classico ma era un libro a tutti gli effetti.

C’è anche “Tree of Codes” di Jonathan Safran Foer stampato scavando parole da un altro libro. Ogni pagina ha ritagli che permettono di vedere le pagine successive creando un effetto visivo sorprendente. È come leggere attraverso una finestra che cambia forma. Questi formati sfidano l’idea stessa di linearità nella lettura.

Quando il libro diventa oggetto d’arte

Alcuni formati esistono per essere guardati prima ancora di essere letti. Il libro oggetto nasce spesso da sperimentazioni artistiche. Negli anni Settanta diversi artisti cominciarono a produrre libri scultura. Opere tridimensionali in cui la parola stampata si fonde con materiali come legno vetro o tessuto.

Un esempio è “A Humument” di Tom Phillips. L’artista ha preso un vecchio romanzo vittoriano e ne ha trasformato ogni pagina con disegni collage e riscritture. Il testo originale resta visibile solo in parte tra colori e forme. Si tratta di un’esperienza più visiva che narrativa in cui il significato si crea strada facendo.

Un’altra forma stravagante è il libro a sorpresa. Un esempio notevole è “The Pop-Up Book of Phobias” in cui ogni pagina mostra una fobia con effetti tridimensionali: siringhe che si alzano da un disegno o ascensori che si chiudono improvvisamente. È una lettura che stimola non solo la mente ma anche il corpo.

Tra le sperimentazioni più curiose mai realizzate troviamo:

  • Un libro cucinabile

Stampato su fogli di pasta di riso commestibile e rilegato con filo di zucchero il “Cookbook You Can Eat” raccontava ricette che si potevano seguire e poi mangiare. Il libro spariva mentre si usava. Creato da uno studio tedesco per una mostra sul design ha lasciato un’idea geniale nella memoria dei visitatori.

  • Un libro che cresce

Il “Growing Book” veniva stampato su carta contenente semi di piante aromatiche. Una volta letto si poteva piantare e vedere spuntare il basilico tra le frasi stampate. L’umidità faceva sparire l’inchiostro e restava la pianta come nuovo testo vivente.

  • Un libro da annusare

La casa editrice Sensory Editions ha creato “Scent of a Page” con pagine profumate ispirate ai contenuti. Il capitolo ambientato in un panificio emanava odore di pane appena sfornato mentre quello su una scena in campagna ricordava l’erba tagliata. Ogni lettura era accompagnata da un’atmosfera olfattiva unica.

Queste idee dimostrano che il concetto di libro può estendersi oltre la parola scritta. Non tutto deve essere rilegato e rettangolare per essere chiamato libro. Alcune forme restano nella memoria proprio perché insolite.

I formati impossibili da catalogare

Tra i documenti conservati in biblioteche meno note esistono libri di dimensioni e materiali mai standardizzati. Uno di questi è un volume alto tre millimetri prodotto in Giappone. Può essere letto solo con una lente d’ingrandimento e contiene poesie tradizionali. Al contrario c’è anche il libro più grande mai stampato: “Bhutan: A Visual Odyssey” che misura oltre due metri di altezza e pesa più di sessanta chili.

Poi ci sono libri registrati su superfici alternative. Microfilm piegati in tessere di plastica. Codici QR stampati su stoffa. Piccoli libri magnetici da leggere con un dispositivo. Tra Project Gutenberg e Anna’s Archive, Z lib spesso colma le lacune mancanti offrendo accesso a contenuti rari o dimenticati. Alcune di queste edizioni strane sopravvivono solo in formato digitale.

Molti di questi formati fanno sorridere ma mostrano anche una verità fondamentale: la lettura non ha un solo volto. Può essere tattile visiva uditiva o anche gustativa. Cambia il supporto ma resta il desiderio di raccontare e ascoltare storie.

 

Author: daniele130

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