La svolta da “colombe” delle banche centrali hanno ridato appeal all’oro, che è tornato su livelli di prezzo che non si vedevano da 5 anni. Il bene rifugio per eccellenza ha ripreso tutto il suo vigore, e secondo molti analisti si prepara a un rally vigoroso e duraturo.
Perché l’oro è tornato alla ribalta
La spinta decisa all’oro l’ha data la Federal Reserve americana. Fino a qualche tempo fa, l’istituto centrale a stelle e strisce vedeva con grande ottimismo lo slancio economico americano e globale. Poi nella partita è entrato Trump a gamba tesa, e con il suo protezionismo ha cominciato a instillare timori su timori nei mercati. La domanda globale ha cominciato a rallentare, così come la ripresa economica. Prima altrove, poi anche negli USA. Tanto da spingere la FED a rivisitare i suoi programmi di politica monetaria.
L’istituto guidato da Jerome Powell ha preparato i mercati al cambiamento di rotta da qualche mese a questa parte. L’ha concretizzata infine in tempi recenti. L’appetito al rischio degli investitori è precipitato come dimostra l’andamento dell’indicatore Aroon dell’indice VIX. Di conseguenza sono tornati in auge i beni rifugio. Oro in primis, ma anche Yen giapponese e Franco svizzero.
Ai massimi di 5 anni
Il metallo giallo è stato proiettato in poco tempo verso ai massimi da oltre 5 anni, in orbita 1.400 dollari l’oncia. Ha superato forti resistenze tecniche, soprattutto la soglia di 1.350 dollari, che nell’ultimo decennio si era dimostrata una barriera difficilissima da scavalcare (era capitato solo una volta, per un breve periodo, nell’estate 2016). In aderenza ai principi delle correlazioni forex, questa tendenza al rialzo dell’oro è stata accompagnata da un indebolimento del dollaro (sono inversamente correlati), che è precipitato contro una serie di valute principali.
Non c’è alcuna certezza che la Fed modificherà effettivamente i tassi di interesse, ma è bastato il solo fatto di mostrarsi aperta a questa ipotesi, per dare la spinta al mercato dell’oro. Questo fa ritenere che, ove mai dovesse davvero esserci la svolta dovish della banca centrale americana, la quotazione del metallo giallo potrebbe davvero volare ancora. Secondo alcuni analisti, la febbre rialzista potrebbe continuare fino a toccare i 1600 dollari l’oncia.